Il Marocco, data la sua posizione geografica strategica che lo vede a cavallo tra l’Africa e l'Europa, è da sempre un paese caratterizzato dalla presenza di processi migratori vari e dinamici.
Si stima che decine di migliaia di migranti di diverse nazionalità tentino ogni anno la traversata verso l'altra sponda del Mar Mediterraneo, ovvero verso la Spagna. Queste persone, che siano di origine sunshariana o dei paesi nord africani, provenienti dall’Africa centrale, dal Medio Oriente o dall’Asia, hanno il solo obiettivo di raggiungere la Spagna. E questo nonostante grandi rischi che sono obbligati a correre dato il sistema di sicurezza messo in atto dalle autorità marocchine e da quelle spagnole.
In effetti, migliaia di coloro che hanno tentato la sorte per avere una vita migliore sono riusciti a raggiungere la sponda settentrionale del Mediterraneo realizzando così i loro sogni e quello delle loro famiglie, ma purtroppo sono migliaia gli annegati o sono scomparsi o vittime di sparizioni forzate nel Mar Mediterraneo, ormai tristemente noto come il “cimitero dei migranti”.
A queste continue tragedie si aggiunge la sofferenza e l'ansia delle loro famiglie e dei loro amici che, nonostante i numerosi tentativi di scoprire la verità, sono condannati a vivere senza notizie certe circa la sorte dei loro cari.
Il gruppo dei 65 migranti marocchini provenienti dalla regione orientale del Marocco scomparsi il 10 ottobre 2002
Nella notte del 10 ottobre 2002, un gruppo di 65 migranti marocchini provenienti dalla regione orientale del Marocco, ha lasciato la spiaggia di Arekmane (provincia di Nador, nord-est del Marocco) su una barca improvvisata nella speranza di raggiungere le coste spagnole.
La loro barca, però, è scomparsa e da quel momento nessuno dei loro familiari o amici ha potuto avere notizie certe sulla sorte dei viaggiatori: tuttora nessuno sa se la barca è stata fermata o se è affondata, nessuno sa se i viaggiatori sono stati arrestati o se sono morti.
Quel giorno questa tragedia si è abbattuta su 65 persone, ma anche sulle loro famiglie condannate a vivere l’angoscia ed il dolore di non conoscere la sorte dei loro cari, dovendo convivere con questa immense tristezza alternata alla sottile speranza di ritrovare i figli scomparsi.
Da quel momento “Le famiglie del gruppo dei 65” hanno investito tutte le loro forze per ritrovare i loro parenti, per conoscere la sorte dei loro figli, dei loro coniugi e dei loro amici. Hanno cercato di ottenere risposte alle loro domande tentando un dialogo con le varie istituzioni e organismi sia a livello nazionale che internazionale ma senza alcun risultato.
A loro si aggiungono ogni giorno le famiglie e gli amici di tutti quei migranti scomparsi o vittime di sparizioni forzate alle frontiere e in mare.
La sezione Marocco di Missing at the Borders chiede Giustizia, Verità e Dignità continuando a manifestare con queste famiglie per ottenere risposte su coloro che sono scomparsi ai confini dell'Europa e nei paesi vicini.
Verrà fatto tutto il possibile affinché i loro figli, fratelli e mariti non cadano nell'oblio.
“Missing at the borders” è un progetto autofinanziato. Le vostre donazioni ci permetteranno di continuare a raccogliere le interviste alle famiglie dei migranti deceduti, dispersi o vittime di scomparsa forzata. Grazie!
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