Dopo il 14 gennaio 2011, approfittando dell’instabilità politica causata dalla rivoluzione, migliaia di tunisini si sono diretti verso le coste italiane, utilizzando imbarcazioni di fortuna, con l’obiettivo di raggiungere l’Europa. Centinaia di cittadini tunisini sono scomparsi durante queste traversate.
Per la prima volta i familiari di queste persone si sono rivolti alle autorità tunisine, italiane ed europee esigendo che si facesse luce sulla sorte dei loro cari. Tuttavia, il mistero è rimasto irrisolto.
In questa sezione troverete le immagini di queste famiglie ritratte mentre portano la foto del loro parente scomparso.
L'equipe di «Missing at the Borders» continua il lavoro di raccolta delle fotografie.
Dove sono i nostri figli?
Ogni anno migliaia di persone migranti provenienti dalla Tunisia scompaiono cercando di raggiungere la riva settentrionale del Mediterraneo.
Fino agli anni ’90, ai cittadini tunisini, e a molti cittadini di altri paesi non europei, non veniva richiesto il visto per entrare in Europa.
In seguito all’entrata in vigore della Convenzione di Schengen e all’istituzione del sistema dei visti, arrivare in Europa, però, è diventato pressoché impossibile perché è estremamente difficile ottenere il visto che consente l’ingresso regolare. Questo ha obbligato le persone a intraprendere il viaggio sulle cosiddette “carrette del mare”. I naufragi sono diventati sempre più frequenti e il numero delle vittime aumenta ogni giorno.
Dopo il 14 gennaio 2011, approfittando dell’instabilità politica causata dalla rivoluzione, migliaia di tunisini si sono diretti verso le coste italiane, utilizzando imbarcazioni di fortuna, con l’obiettivo di raggiungere l’Europa. Centinaia di cittadini tunisini sono scomparsi durante queste traversate.
Per la prima volta i familiari di queste persone si sono rivolti alle autorità tunisine, italiane ed europee esigendo che si facesse luce sulla sorte dei loro cari. Tuttavia, il mistero è rimasto irrisolto. Le istituzioni competenti non offrono risposte e le autorità italiane e tunisine scaricano la responsabilità l’una sull’altra.
I parenti continuano a manifestare e vogliono conoscere la verità in merito alla sorte degli scomparsi lungo le frontiere europee. Non si fermeranno e sono disposti a muovere cielo e terra affinché i loro figli, fratelli e mariti non cadano nell’oblio.
“Missing at the borders” è un progetto autofinanziato. Le vostre donazioni ci permetteranno di continuare a raccogliere le interviste alle famiglie dei migranti deceduti, dispersi o vittime di scomparsa forzata. Grazie!
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